Tre lavorazioni per il Rame

Tre differenti trattamenti

Redazione
01 aprile 2022 di Luigi Luca Borrelli
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Tre diverse colorazioni, tre differenti trattamenti, tre difformi risultati di uno stesso metallo.

PLANIUM vuole oltrepassare la mera lavorazione del Rame, metallo nobile, per trattarlo secondo stili differenti che però non rinnegano la natura classica del materiale. Attraverso la spazzolatura, il Rame mantiene il carattere di classicità che lo contraddistingue nella sua natura minimale. La superficie è liscia, algida, piacevole al tatto, ma il materiale nasconde qualcosa di più complesso: le striature che si vanno formando sulla superficie liscia gli infondono un quid circolare, quasi vorticoso, la satinatura permette al metallo una resa di maggiore opacità, con un motivo che sviluppa su un piano perentoriamente verticale o orizzontale, a seconda di come si utilizza la texture.  Se invece la satinatura è doppia, cioè ortogonale, il prodotto è più elaborato e parleremo dunque di “Tela” di Rame. Qui dominano le geometrie d'autore che scaturiscono dal gioco di “trama e ordito”.

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Monete, gioielli e utensili storici

Unico a far compagnia all'oro per via della sua colorazione, il Rame è tra i metalli cardine nella storia dell'uomo. È quello che viene utilizzato da più tempo: l'Età del Rame previene infatti sia l'Età del Bronzo che l'Età del Ferro. Anche la penisola italiana era al centro di una rete di diffusione e scambio di tale metallo tra il IV e III secolo. Armi come pugnali, alabarde e asce erano stati ritrovati nell'Italia centrale dell'epoca così remota. Mentre per quanto riguardo gli utensili, il Rame è stato protagonista nella storia della “cucina” come materiale estremamente adatto per gli accessori, dall'antichità sino ad ora. Il Rame è ancora oggi utilizzato in monili artigianali, talvolta accompagnato da gemme, pietre, quarzi e con motivi riecheggianti l'Arte antica, specialmente dell'età classica. E gioielli in Rame si usavano a Roma, per bracciali e anelli soprattutto poiché parliamo di un metallo dolce e duttile, quindi “sottile” all'occasione. Infatti il suo carattere storico è legato anche alla lingua latina. Cu, il simbolo che lo contraddistingue in chimica, è inserito in questo filone linguistico: Plinio aveva nominato cuprum questo metallo che si giostrava sulle tonalità del rosso - e che in precedenza era detto aeramen - a causa dell'ingente quantità di materiale ritrovato a Cipro. Se è marginale l'uso del Rame nella monetazione antica o moderna (tra le monete più note, il Luigi XV), oggi ritroviamo il famoso metallo anche negli euro che teniamo tra le mani anche se, contrariamente a quanto il colore di rivestimento lasci pensare, sono composte per l'89% da Rame le monete da 10, 20 e 50 centesimi, e solo da uno scarso 6% quelle di 1, 2 e 5 centesimi.

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