Milano lascia il bianco e nero e si tinge dei colori più sfrontati
LE IMMAGINI NEI MANIFESTI
Le immagini del passato trattengono dentro ai loro contorni una certa nostalgia. Spesso risultano sbiadite, davvero troppo lontane; ce ne sono altre, al contrario, che esplodono effervescenti come una risata.
Milano lascia il bianco e nero e si tinge dei colori più sfrontati del glamour in una passeggiata tra gli ori della Galleria. Milano è vitale, sorridente, innamorata della vita nei suoi manifesti. Milano è la modernità, la moda, il design. Milano è tutto e tutto converge qui, nelle piume di un cappello, negli svolazzi di una gonna, lungo un braccio che regge un bicchiere di Martini.
Antesignano del moderno advertising in TV e sul web, il manifesto è stato il primo canale di comunicazione diretto alla massa; non più un'élite, dunque, a cui indirizzare di colte letture, dettagliate spiegazioni o inaccessibili produzioni museali.
Il manifesto è dai suoi esordi lo strumento di grande impatto visivo che riempie i muri delle città; tramite i cartelloni è possibile convogliare grandi o piccoli temi: politica, religione, notizie, ma soprattutto pubblicità. La parte figurativa occupa il primo piano, poi giunge il messaggio... abiti, liquori, destinazioni turistiche, alberghi, assicurazioni.
Il manifesto ha accompagnato e ritratto il cambiamento, l'economia di una città rivolta sempre al futuro.
Milano è già dalla fine dell'800 punto di incontro economico e commerciale, non solo italiano, ma anche a livello europeo. Nel 1920 con l'ampliamento degli spazi espositivi e l'inaugurazione della Fiera Campionaria comincia una straordinaria produzione di manifesti, segno della metamorfosi della comunicazione pubblicitaria, che si traduce in nuove forme e colori sì legati all'arte, alla pittura, che inglobano tuttavia qualche elemento della cartellonistica. Si sviluppa il graphic design e con esso tutto un settore di creativi, che pensano a conquistare, ammaliando il loro pubblico. Non parliamo più quindi di Art pour l'art, ma piuttosto di bellezza, stile, eleganza con una finalità ben calibrata: catturare l'attenzione.
I manifesti di questi anni sono lo specchio del sogno italiano: lo sviluppo agrario che cede il passo a quello industriale, e insieme, arrivano quello urbano, commerciale e terziario. Milano incarna il luogo dove tutto è possibile. Naturale destinazione di flussi migratori da ogni parte d'Italia e soprattutto dal Meridione, la città - in mezzo - piano non smette ancor oggi di attirare lavoratori, artigiani, e artisti, intellettuali, curiosi e...avventurieri. Nuove dimensioni culturali e di relazione sociale emergono nel primo vero melting-pot italiano, che non parla una sola lingua, ma 1000 diverse.
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